Trattato
Antartico a Milano: dal MuseoScienza, i radioamatori dal FVG e Lombardia lanciano
un messaggio di pace per la scienza.
Evento
radiantistico in concomitanza con il congresso istituzionale sul Polo Sud
MILANO – Per tre giorni, dal 26 giugno al 3 luglio, i
radioamatori dell’ARI di Milano (IQ2MI) e di Adri-antartica (II2ATCM) hanno
diffuso “on air”, a mezzo mondo, un messaggio per la pace e per la cooperazione
scientifica internazionale dal Museo nazionale della Scienza e Tecnologia Leonardo
da Vinci di Milano, abbracciando i valori del Trattato. “Peace for
science”, come diceva il veterano antartico del CNR Ignazio Ezio Tabacco
scomparso nel 2018.
L’idea è nata in FVG dove si trova il Memoriale nazionale
dell’Antartide di Cervignano del Friuli (UD) che è il secondo Luogo del Cuore
del FAI della regione da cui iniziò la ricerca antartica italiana. Da Trieste
infatti, il 13 novembre 1975, salpò la motonave C. Colombo con il prefabbricato
utilizzato per erigere la prima stazione di ricerca italiana al Polo Sud, la
base Giacomo Bove.
L’evento radio si è svolto all’esterno del MiCo (centro
congressi); nella sede ARI di Milano e soprattutto al Museo. La manifestazione
pubblica è stata resa possibile grazie alla determinante ospitalità del Museo
nazionale Leonardo da Vinci. E grazie al prezioso supporto del WAP,
dell’ARI-MI, dell’AGB&M (Giacomo Bove & Maranzana) che hanno
patrocinato l’iniziativa e sotto gli auspici della Società Geografica Italiana
e del Club Alpino Italiano nazionali. In passato, anche l’allora MiBACT,
l’UNESCO di Udine e Trieste, il FAI; l’Ass. Culturale Italiana, Atenei ed Enti
locali avevano patrocinato un evento simile.
Il convegno istituzionale, che era separato, ma relato
all’evento radiantistico, è un’assemblea itinerante ospitata dai 58 paesi
membri consultivi (l’Italia lo è dal 1981) e si sussegue in ordine alfabetico:
il prossimo anno sarà in Giappone a Hiroshima dall’11 al 21 of Maggio 2026.
Circa 450 delegati anche molto giovani, tra diplomatici e scienziati, hanno
parlato di geopolitica, del Protocollo ambientale di Madrid, questioni
logistiche, istruzione e divulgazione, sicurezza, turismo antartico e ispezioni
ed il piano strategico pluriennale. Si è parlato dell'influenza aviaria,
l'inquinamento da plastiche, cambiamenti climatici, il tutto in un’ottica di
collaborazione in vista del 5° Anno Geofisico Internazionale 2032-33. Il
congresso si è tenuto tra il 23 giugno e il 3 luglio. Non sembra un caso che i
lavori siano iniziati nel 64° anniversario dell’entrata in vigore del Trattato,
firmato a Washington nel 1969, ma entrato in forza il 23 giugno 1961.
Gli incontri dei paesi firmatari del Trattato sono avvenuti
nel Ventennale della fondazione della base italo-francese Concordia a
Dome-C nel cuore dell’Antartide. Peraltro, al MuseoScienza si trova il primo
tricolore sul plateau antartico realizzato con un asciugamano verde ed
un pezzo della bandiera francese, cuciti a mano, durante la prima spedizione nel
cuore della calotta glaciale con il pioniere antartico Tabacco. Un esempio
tangibile di fratellanza e leale collaborazione tra i popoli per la scienza che
sono gli stessi valori che caratterizzano tutti i radioamatori del mondo.
All’ARI-MI, vicino alla radio, erano esposte la bandiera
argentina e quella polacca, oltre al tricolore, per suggellare l’amicizia tra i
rispettivi popoli, in particolare nell’ambito di un progetto storico dell’Ass.
cult. Adri-antartica di Trieste.
Il referente del progetto, prof. Julius Fabbri docente e
radioamatore, aveva programmato l’iniziativa radiantistica d’intesa con il
Museo e con il prezioso supporto logistico dell’ARI di Milano, in modo che
avvenisse in concomitanza con le attività del 47° ATCM, Antarctic Treaty
Consultative Meetings e CEP 27, Committee for Environmental Protection.
L’obiettivo – continua Fabbri – era di diffondere un
messaggio di pace in occasione Cinquantennale della base Giacomo Bove,
primo avamposto italiano di ricerca nel Continente Bianco.
Il tema della pace e della cooperazione internazionale è
molto attuale in questo particolare omento storico ed in vista dell’Anno
Geofisico Internazionale del 2032-33. Lo scadere del Trattato nel 2041 rende
ancor più opportuno divulgare un messaggio di pace. In un recente romanzo,
l’autore, avv. Alberto Muzzi, infatti ipotizza lo scioglimento del ghiaccio
antartico per un drastico aumento della temperatura globale e la conseguente
occupazione militare del Continente. Lo scenario non è solo frutto di fantasia,
visto che l’Australia pattuglia il relativo settore con droni dual-use
sia civile sia militare.
L’evento radio è stato possibile grazie all’Ispettorato
lombardo del MIMIT che ha gentilmente autorizzato il nominativo ministeriale
proposto da Adri-antartica (ii2atcm).
Abbiamo collegato oltre un centinaio di radioamatori dall’America
all’Australia e in mezza Europa – racconta il docente – come la Russia, l’Inghilterra
e Germania, Polonia e anche a Israele, solo per citare alcuni esempi. Quest’ultima
adesione ha colpito i radioamatori al Museo: pur essendo una zona di guerra,
c’è ancora qualcuno che desidera partecipare ad un evento radio internazionale
per la pace …
Alla manifestazione al Museo era presente anche la
giornalista, guida antartica, esperta di siti storici polari Lucia Sala Simion
già accreditata all’ATCM47 con tanto di badge ufficiale, ma lasciata fuori dal
convegno dall’attuale Delegazione italiana.
L’operazione II2ATCM è stata propizia per fare un cenno allo
smantellamento della base Bove da parte dell’Armada argentina
avvenuto tra il 2 e il 4 ottobre 1976, otto mesi dopo l’inaugurazione della
stazione di ricerca, mentre era chiusa e disabitata per la normale pausa
invernale. Questa vicenda – prosegue Fabbri – può rappresentare lo spunto
affinché, in futuro, vi sia sempre maggiore concordia nel mondo; nella Terra
Australis Incognita, ma anche nell’Artico che è al centro dell’attenzione
mondiale per le ingenti risorse minerarie; per la posizione strategica per i
collegamenti commerciali.
“Ho incontrato di persona il Ministro ecuadoregno Capo
delegazione per l’Antartide ed alcuni delegati di: Argentina, Cile, Brasile e
mi sono rapportato con l’Ambasciatore Capo delegazione polacca bulgara e tutti
hanno ascoltato con interesse il progetto di candidatura a sito storico per i
resti della base nella Penisola Antartica. La Polonia – continua il geofisico –
ha fotografato la bozza della targa storica sui resti della Bove, in
piena attuazione della lettera e dello spirito del Trattato”.
Ma il libro “Pugna antartica” dell’autore argentino Pablo
Fontana, la dice lunga sulla reale difficoltà di attuare i valori del Trattato
nella Terra Communis o Terra Nullius, come viene anche denominato
il Settimo continente.
Il cardine del progetto – prosegue Fabbri – è di guardare al
futuro in un’ottica positiva e costruire, come fanno i radioamatori, una vera
pace tra le persone, nello spirito e nella lettera del Trattato.
Nei venti anni precedenti, l’argomento “base Bove” era un
tabù e, per questo, l’indagine sulla vicenda, assumeva, a volte, dei toni
accesi. Ma dopo mezzo secolo se ne può finalmente parlare e si conoscono molti
dettagli tra pubblicazioni e ammissioni dei protagonisti argentini, ma non si
sa ancora tutto. Ancora oggi, aspettiamo delle risposte dai Capi delegazione
argentina e italiana. Ma, nonostante ciò, l’ideatore del progetto ha deciso,
d’intesa con il Museo, di ricominciare, cambiando approccio e cercando una
soluzione con i protagonisti, di comune accordo, in modo da salvaguardare la
dignità e le istanze di tutti.
La nuova e vincente idea, gentilmente suggerita dal Museo
Scienza Leonardo da Vinci di Milano (dott. ssa Luciana Tasselli) è di costruire
qualcosa insieme agli argentini e a tutti gli altri interlocutori.
La breve, ma significativa manifestazione radiantistica
segna dunque un punto di svolta per concludere l’iter di candidatura già in
ottimo stato di avanzamento, ma bloccato dall’attuale delegazione italiana.
L’ipotizzato nuovo sito storico potrebbe esser il numero 97, dopo la recente
aggiunta dell’Endurance di Shackleton.
Il prof. Fabbri confida nel nuovo Segretario Generale
dell’ATCM che è stato eletto, l’Ambasciatore cileno Francisco Berguno. L'Italia era dietro al
progetto di candidatura a sito storico per i resti della Bove all'epoca
dell'Amb. Fornara e Amb. Zazo, ma l’attuale diplomazia antartica italiana ha
bloccato l’iter di candidatura.
In occasione del Cinquantennale della base Bove, i
ricercatori polacchi e/o di Adri-antartica potrebbero apporre una targa presso
i resti al fine di velocizzare la conclusione dell’iter di candidatura a sito
storico per i resti della Base. Si spera, infatti, che a maggio 2026, in
Giappone, qualche paese possa finalmente proporre la candidatura a sito
storico. Durante la Spedizione, si eseguirebbero anche rilievi geofisici sul
ghiacciaio di roccia ivi presente e molto altro. Con il Trattato Antartico
milanese riprende la ricerca di mecenati o sponsor per la realizzazione di
questa impresa romantica, di altri tempi, come lo fu quella del 1975/76.
In ultimo, ma non meno importante, tutta l’iniziativa “Bove”
mira a diffondere anche il progetto di creazione di una chiesetta nella base
italiana Mario Zucchelli del W.A.P. di Gianni Varetto che, da venti anni,
chiede alle istituzioni di realizzare. Il programma è già cantierizzabile e
gratuito: servirebbe solo il benestare del Ministro degli Esteri e l’interesse
da parte della Chiesa. Esiste infatti una struttura inutilizzata, deominata
Pinguinattolo nella base Mario Zucchelli: basterebbe un crocifisso e un
altarino e sarebbe fatta.
Julius Fabbri
j.fabbri chiocciola virgilio punto it - cell. 3 (prefisso per l’Italia) 35 (ore di un
giorno) 669 – Trieste
https://www.ats.aq/devph/en/news/294
https://www.qrz.com/db/II2ATCM
https://fondoambiente.it/luoghi/mavi-memoriale-dell-antartide-valle-italia-cepparo-bove?ldc
https://www.youtube.com/watch?v=lH9l3YhA_zo
Nessun commento:
Posta un commento