domenica 19 febbraio 2017

Diritti violati: se nessuno paga, salviamo almeno la memoria.

Nel 1976 la dogana dell'Uruguay ostacolò la spedizione italiana in Antartide violando il Trattato Antartico ed i principi sanciti dalla “DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI DELL'UOMO”.

Nel 1976 l'Argentina violò l'aArt. 1 e l'Art. 10 del Trattato Antartico ostacolando la spedizione italiana con un'azione militare condotta dalla nave militare della Marina argentina ARA Belgrano.
Successivamente, a settembre 1976, ca. 30 marinai del rompighiaccio ARA San Martin Q4 distrussero la prima base scientifica italiana in Antartide intitolata a Giacomo Bove. Anche l'Argentina violò la  “DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI DELL'UOMO”.

Nei ca. 70 metri quadrati della base italiana distrutta è stato violato il Trattato Antartico e nessuno ha pagato. Allora, ecco che viene in mente una frase significativa:


"Il diritto, se tramonti per decisioni dei governi civili sopra un chilometro quadrato, declina su tutta la terra."  Prof. R. Ambrosino. rettore Università di  Trieste, 22/06/1954.

A 41 anni dal misfatto, l'Associazione culturale AdriAntartica no profit di Trieste invia una proposta definitiva (ricevibile e strutturata con il template previsto) di istituzione formale del sito storico alle Autorità italiane che potranno inoltrarla, fatta la dovuta revisione, al Sistema Trattato Antartico.

Tale richiesta segue altre richieste, senza esito, su cui lavoriamo dal 2003.

A maggio infatti i Paesi contraenti il Trattato Antartico si incontreranno, per la consueta riunione annuale, al 40° ATCM in Cina. In tale occasione, salvo imprevisti, il sito potrà esser approvato dall'ATCM ed inseristo nella lista ufficiale degli HSMs (Historic Sites and Monuments).

Se nessuno ha pagato, conserviamo almeno la memoria storica con l'istituzione del sito.

Presto novità.

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